Cosa ci ricordiamo, davvero, della pandemia
Intro. Autoassoluzione - Senza ossigeno - Outro. Brucia, test, brucia
Intro. Autoassoluzione
“Daniel drinks his weight
Drinks like Richard Burton
Dance like John Travolta, now.”
Immagino che sia una cosa difficile stanare i meccanismi di autoassoluzione. Ma facciamo fatica a ricordare cosa è stato davvero per la collettività l’arrivo della pandemia da Covid-19 nel 2020.
Se evitassimo di rimuoverlo dovremmo fare fronte al fatto che il nostro Servizio sanitario nazionale è peggiorato, che il nostro stare insieme è andato gambe all’aria, che la nostra incapacità di discutere di politiche di ampio respiro non è cambiata, che non abbiamo imparato nulla.
Ce la siamo cavata ma è tutto incasinato - come dicevano i James - e ubriachi balliamo come John Travolta, ora.
Una federazione sindacale di medici ospedalieri italiani ha pubblicato in questi giorni un rapporto dal titolo Dimenticati sull’impatto che la pandemia ha continuato in questi anni ad avere sulla categoria.
Alcuni dati:
il 57% degli intervistati che percepisce me alto il rischio di commettere errori in rapporto al carico di lavoro,
il 62% ritiene di dedicare poco tempo alla formazione,
il 71% ha paura di essere aggredito sul posto di lavoro,
il 31% tornasse indietro non farebbe più il medico.
Cioè, non vorrebbe più prendersi cura della nostra salute.
🗞 Qui alcuni altri dati riportati da Quotidiano sanità e qui il link al dossier completo.
Senza ossigeno
Il 17 febbraio scorso la Lancet Global Health Commission ha pubblicato un rapporto nel quale per la prima volta vengono tracciati i contorni di un’invisibile carenza.
Sei persone su dieci nel mondo non hanno accesso a ossigeno medico sicuro, di qualità e a buon prezzo. La conseguenza sono centinaia di migliaia di morti evitabili ogni anno. La distribuzione delle diseguaglianze è chiaramente a sfavore dei paesi a basso e medio reddito, e al loro interno a sfavore delle aree rurali e periferiche.
Contemporaneamente, la domanda di ossigeno per scopi medici a livello globale sta aumentando: soprattutto dove la popolazione invecchia di più, fuma di più e ha una dieta scorretta.
🫁 L’ossigeno è infatti una cura essenziale non solo per chi si ammala di Covid-19, ma per almeno una ventina di situazioni mediche: patologie materno-fetali, malaria, asma, ferite da corpo estraneo, ictus e molte altre che messe tutte insieme coprono il 60% delle morti nel mondo.
E questa è la situazione di partenza: se arrivasse / quando arriverà una nuova pandemia, come faremo a far fronte al bisogno di ossigeno medico, se finora sono solo 30 i paesi al mondo che hanno un piano d’emergenza o delle strategie per garantire l’accesso all’ossigeno medico?
A raccontarlo è Leith Greenslade, coordinatrice di Every Breath Counts, una coalizione internazionale di organizzazioni impegnate nella riduzione delle morti di polmonite nel mondo, qualunque ne sia la causa.
🌍 Sul sito della loro organizzazione troverete moltissime informazioni utili, iniziative e testimonianze sui contenuti del dossier del Lancet e non solo.
🧐 A proposito di preparazione a una futura pandemia: vi segnalo questo approfondimento pubblicato dalla testata Think Global Health nel quale viene discusso il costo (201 milioni di dollari) delle negoziazioni per il raggiungimento del trattato pandemico del WHO. In una fase nella quale i finanziamenti alla salute pubblica globale sono sempre più scarsi e a rischio, il pezzo si domanda se non sarebbe il caso da parte dei governi di effettuare una analisi costi-benefici di questo formato di negoziazioni. Il problema non è se ci serve un strategia concordata e globale per prevenire e affrontare future pandemie - molto probabilmente sì - ma come arrivarci in modo efficace.
E a proposito di efficacia o della sua mancanza.
Outro. Brucia, test, brucia
Vorrei veramente, con tutto il cuore, evitare di parlare sempre degli Stati Uniti e del loro presidente ma c’è sempre qualcosa che me lo rende impossibile.
Allora eccolo là, in un numero dedicato a cosa abbiamo imparato dall’ultima pandemia e come ci stiamo preparando a una futura, spunta questa storia di qualche giorno fa. Farebbe quasi ridere.
Il 18 febbraio scorso il Washington Post scrive che l’amministrazione Trump stava calcolando quanto sarebbe costato distruggere 10 milioni di test per diagnosticare la Covid-19. Queste confezioni di test intonse erano state messe da parte per il programma di spedizione gratuita di test nel paese, messo in piedi dal governo federale attraverso il sito covidtests.gov.
Ma mezz’ora prima della chiusura annunciata del sito, arriva una nota nella quale l’amministrazione Trump fa marcia indietro: i test non verranno distrutti ma il sito chiude. Dodici minuti prima dell’ora X, nuova dichiarazione: fermi tutti, anche il sito resta in piedi.
🎁 Ecco in regalo il link all’articolo completo.
Questo numero di Stati di salute è stato scritto ascoltando i James, non vi sorprenderà. Eccoli nella nostra playlist. Vi abbraccio. 🧠🫀🫶
Abbiamo toccato lo stesso argomento da prospettive diverse questa mattina! Il dato sull’accesso all’ossigeno è spaventoso…