Il senso di Nikita per la psicopolitica/1
Questa settimana un numero con una storia inedita, vi racconto di un autore russo in esilio.
Stiamo andando verso il finale di partita di questa stagione (posso chiamarla così?) prima della pausa estiva. Stati di salute prenderà ufficialmente le ferie a fine luglio, per poi riprendere a settembre. In caso di notizie importanti che riguardano i temi che questa newsletter segue più assiduamente aggiornerò le note.
Intanto, ne approfitto di questi ultimi numeri per proporvi qualcosa di diverso, una storia inedita. Si tratta del profilo di un autore russo, mio coetaneo, che ha scelto l’autoesilio all’indomani dell’invasione su larga scala dell’Ucraina. Lui è
e la sua newsletter si chiama Psychopolitica: non aggiungo altro, vi lascio alla lettura del pezzo.Nikita
Quando cerca sé stesso, Nikita Petrov, trova sempre prima il suo omonimo più giovane, il campione di scacchi. Anche l’omonimo anziano, lo storico studioso di repressione politica ai tempi dell’Unione sovietica, si manifesta prima di lui. La voce che riguarda la sua newsletter Psychopolitica - Russian psychedelia in exile è nella seconda metà dell’elenco dei risultati della ricerca di Google. Non è bravo a scacchi, dice che gli mancano strategia e capacità di anticipare le mosse. Con sua moglie ha giocato qualche partita in un bar vicino a dove hanno abitato in Armenia, la prima meta dell’esilio autoimposto a seguito all’invasione su larga scala dell’Ucraina nel 2022. Muovevano i pezzi, immaginando la frustrazione di uno scacchista esperto nel vederli. Dall’Armenia si sono trasferiti in Spagna pochi mesi fa, durante i quali la frequenza delle pubblicazioni su Psychopolitica ha rallentato per un po’.
Nikita Petrov ha 35 anni ed è originario di una città vicino Mosca, Zelenograd. Nella videochiamata, che ho prenotato attraverso il calendario messo a disposizione dei lettori della newsletter, parla un inglese dal distinto accento americano e quasi privo di sonorità russe. Probabilmente c’entra il fatto di aver vissuto per un anno in Texas, a Houston, durante una delle tappe del suo rapsodico percorso lavorativo. Negli anni ha preso e lasciato diversi impieghi, mentre portava avanti piccoli progetti creativi. Una prima trasformazione è avvenuta quando alla richiesta per una posizione amministrativa ha allegato nella sezione miscellanea del suo curriculum il video di un tavolo di compensato di Ikea che aveva comprato per la sua prima stanza in affitto a Mosca, sul quale dipingeva le immagini delle bottiglie di alcolici appena le finiva di bere, lì seduto. Il destinatario del curriculum, il giornalista e saggista americano Robert Wright, non lo ha assunto come assistente ma gli ha commissionato dei supporti visivi da utilizzare nelle sue lezioni e lo ha poi coinvolto in altri suoi progetti. Al momento Nikita è il direttore creativo del podcast di un altro autore americano, Glenn Loury. Il secondo passaggio cruciale è stato il lancio di Psychopolitica sulla piattaforma di newsletter Substack. I primi post sono stati scritti a fine 2019, mentre il titolo è arrivato nel febbraio 2020.
Psychopolitica è una realtà dai confini di genere sfumati che include articoli, disegni, video di conversazioni, riflessioni e immagini politiche. Alcuni post sono autoconclusivi ma ce ne sono anche altri che descrivono progetti e idee che potrebbero nascere oppure no. «Sto provando a fare di questo un genere», afferma Nikita seriamente, ma anche se scherzasse non sono sicura che lo dedurrei dalla sua espressione pensosa. «Potrei non realizzare effettivamente ciò di cui sto scrivendo - dice - ma sto provando a scriverne in un certo modo, ad aggiungere delle illustrazioni e renderlo interessante, così che anche solo la descrizione ne valga la pena».
In un post del 2020 dal titolo “Putin non esiste”, Nikita Petrov ha esposto la sua idea di quello che chiama “il metodo psicopolitico”. Non ha nulla a che fare con il tema del controllo sulla società come inteso dal filosofo Byung-Chul Han nel saggio Psicopolitica. Piuttosto, secondo l’autore russo, si potrebbe creare un «sistema di visioni e pratiche che tratta la vita interiore dell’anima e le dinamiche politiche della società come parti del tutto (…). Le cose che si vedono nei sogni e in TV verrebbero messe sullo stesso piano». Due anni dopo, l’equazione sogno = notizia diventa necessaria per bilanciare con il mondo onirico le notizie del mondo reale, in arrivo dall’Ucraina. In un’illustrazione il quotidiano scritto dal subconscio riporta in prima pagina il titolo: “Tata robot alleva embrioni di topi in uteri artificiali”.