Leggere, camminare, riposare, praticare. Parte I
La prima parte di un numero doppio prima della pausa estiva
Questo numero di Stati di salute è il primo di un numero doppio speciale che ho pensato di inviarvi prima di prendermi una pausa, durante la quale gli abbonamenti a pagamento già attivi saranno messi in pausa. Il secondo numero vi arriverà domani.
Poi ci risentiremo a settembre, con i suoi cieli azzurrissimi.

Avevo intenzione di inviarvi un numero diverso dai soliti prima di salutarci per qualche settimana, con un po’ di suggerimenti di lettura affini ai temi che tratto per questa newsletter. Poi mi ha preso la mano, come sempre, e oltre ai suggerimenti di lettura ci ho messo dell’altro. Ma iniziamo dai libri, con un ringraziamento agli uffici stampa delle case editrici con le quali sono entrata in contatto.
Iniziamo con tre libri recenti.
La globalizzazione è finita di Rana Foroohar (Fazi Editore, 2025)
Che cosa c’entra un libro sulla fine della globalizzazione e sulle sue evoluzioni con una newsletter che parla di come stiamo? Se seguite da un po’ l’impostazione che ho scelto di dare a Stati di salute non ve lo state di certo chiedendo. Ma se siete capitati qui per la prima volta, benvenute e benvenuti: il libro in questione non solo c’entra ma è addirittura il primo che mi sento di consigliare.
L’autrice, una navigata giornalista economica americana, ha scritto con una chiarezza disarmante un saggio che forse è l’entry level perfetto per chi nella vita segue altro, legge altro, ma vuole aggiornarsi sullo stato di salute dell’economia globale, dove ci troviamo, come ci siamo arrivati e cosa potrebbe accadere.
Eccovi una citazione utile:
“Il punto è che la globalizzazione, per come l’abbiamo conosciuta nell’ultimo mezzo secolo, è finita. Malgrado questo, una certa dose di deglobalizzazione non costituisce un arretramento o un fallimento. Anzi, è necessaria e benvenuta per ragioni economiche, sociali, politiche e ambientali. (…) L’economia globale deve essere al servizio dei bisogni della gente che vive all’interno degli Stati nazionali, non il contrario”.
Al centro del libro c’è una visione del futuro moderatamente ottimista e speranzosa, merce rara di questi tempi. Tanto che a volte mi sono agitata sulla sedia nel leggere di quei segnali positivi che secondo l’autrice esistono già e che fanno presagire un “‘ritorno a casa’ della prosperità economica”. In altre parole, una deglobalizzazione ragionata che a un mondo meno disuguale e insostenibile. Mi agito ma sono contenta che qualcuno li intraveda.
Per Stati di salute la parte che ho trovato più utile è stata chiaramente quella dedicata all’economia dell’assistenza.
Sarà sincera: mi aspettavo un pianto greco. Invece anche qui ho trovato un ragionamento lucido riguardo il presente e buoni spunti.
Provo a sintetizzare al massimo: l’assistenza sanitaria può essere un potente motore economico. Non solo in termini di posti di lavoro (basti pensare alla necessità di assistenza domiciliare in società sempre più anziane) ma anche di innovazione e di risparmio. E, più in generale, una società che gode di una salute migliore moltiplica i benefici sociali ed economici: un dollaro investito nel settore manifatturiero ne genera due di benefici economici aggiuntivi per la comunità, lo stesso dollaro investito nell’assistenza sanitaria ne genera quattro.
Chiaramente qui a parlarne è un’economista e il discorso è incentrato sui benefici economici; investire in assistenza sanitaria è necessario anche per adempiere alla tutela del diritto alla salute delle persone.
Farmaci di Silvio Garattini (Il Mulino, 2025)
Se potessi tornare indietro nel tempo, nella mia cameretta da quindicenne toglierei il poster di Che Guevara e lo sostituirei con quello di Silvio Garattini. Lo penso seriamente.
Non caso in cui non lo conosciate, Garattini è del 1928 come Ernesto Guevara ed è un medico. Nel 1961 compie il suo atto rivoluzionario: grazie all’eredità di un filantropo milanese fonda l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, che ancora oggi conduce ricerche biomediche senza brevettare le proprie scoperte, mettendo realmente la scienza al servizio della salute pubblica. Questo significa che al Mario Negri vengono condotte ricerche senza sottostare alla logica del profitto e senza legami con lo Stato, con la Chiesa, con la politica, con le religioni o con la finanza.
In meno di 200 pagine questo volume indispensabile parte dalle basi, cioè da come si sviluppa un farmaco e come si giudica il suo valore, fino a toccare tutti i punti di un dibattito pubblico sulle terapie, dai dati sul consumo in Italia fino ai temi etici più complessi.
Ma scommetto che il capitolo che per primo attira l’attenzione di chiunque è quello dedicato ai farmaci reputati inutili, che non apportano alcun vantaggio terapeutico e alcun beneficio.
Circa 3,7 milioni di italiane e italiani utilizzano più di una volta l’anno prodotti omeopatici: 164 milioni di euro, 300 milioni secondo altre stime, spesi di tasca propria in pillole che sono state sostanzialmente riconosciute come dei placebo e nulla più. Tollerabili ma inutili.
Ma Garattini ripone sullo scaffale dei prodotti privi di efficacia comprovata anche i fermenti lattici, la melatonina, la vitamina D, integratori vari; nello stesso capitolo ci sono anche tre dense paginette sulla complessa questione della valutazione degli effetti della cannabis terapeutica. Insomma, varrebbe la pena aprire un dibattito approfondito e informato su ciascun punto e nel complesso sul nostro rapporto con i farmaci.
Sicuramente questo è un ottimo libro dal quale partire per (in)formarsi.
Alzheimer S.p.A. di Agnese Codignola (Bollati Boringhieri, 2024)
C’è una buona probabilità che già conosciate il nome dell’autrice: Agnese Codignola è una delle migliori giornaliste scientifiche che abbiamo in Italia. Se c’è qualcuno a cui affidare un libro su un tema difficile, sotto ogni punto di vista, come l’Alzheimer è la persona giusta.
Negli ultimi anni ho impilato digitalmente un gran quantità di articoli su questa malattia, senza mai trovare un bandolo alla matassa: infatti non ho mai scritto nulla finora su di essa. Trovare una cura è l’obiettivo di decenni di studi, sperimentazioni, ricerche che non sempre hanno puntato nella direzione più promettente. A chi come me non ha un adeguato retroterra di studi scientifici, il libro di Codignola permette di leggere un racconto che unisce tutti i puntini, facendo chiarezza su errori, illusioni e omissioni ma anche sulle speranze reali, che esistono.
Cito:
“L’antidoto alla sfiducia nella scienza è sempre la verità, o la migliore approssimazione a essa cui abbiamo accesso. Infine, se oggi il malato che ho visto morire senza risposte fosse ancora in vita, gli direi, senza tema di alimentare false speranze, di resistere, perché una soluzione, forse, è vicina.”
Infine, ho altri due titoli recenti da segnalare:
📚 Il primo è Utero con vista di Domitilla Pirro e Benedetta Petroni (Effequ, 2025). Una finestra pop sulla salute riproduttiva e sessuale che ha per infisso - passatemela questa- una visione sociale, politica, culturale dei corpi nostri e altrui.
📚 Sebbene ci possa sembrare antiquata o esotica, ancora oggi nel mondo la malaria uccide circa 700mila persone ogni anno. Reazione genetica a catena (Il Mulino, 2025) di Andrea Crisanti, microbiologo e senatore, racconta la storia di come la ricerca si stia cimentando per arrivare a un’arma in grado di combattere la diffusione di questa malattia.
Ci risentiamo tra poco con qualche altro consiglio di lettura e non solo. Intanto, questo numero è stato scritto ascoltando Palaces of Montezuma dei Grinderman. Ascoltiamocela anche nell’emisfero boreale, siccome vedo che va forte soprattutto a Melbourne.
Abbracci, a domani 🫀🧠🫶