Chi si occuperà di salute pubblica in Europa?
Lasciamoci alle spalle gli Stati Uniti, è il momento di tornare a casa e parlare delle conseguenze sulla salute delle scelte di von der Leyen, più di quelle di Trump
Intro - Ossessione americana
Nelle scorse settimane l’attenzione di tutti è stata rivolta in modo quasi ossessivo verso gli Stati Uniti. Anche da parte mia.
Ammetto di aver preso una gran cantonata - fuorviata dal mio realismo ottimista e dalle dichiarazioni lette in giro e riportate anche su Stati di salute - quando ho sostenuto che tanto poi RFK Jr. mica verrà scelto da Trump per guidare il dipartimento che si occupa di salute pubblica. Gli faranno fare qualche lavoro secondario, defilato. Ebbene no.
😣 Tra le reazioni all’annuncio della scelta di Trump, c’è stata quella sintetica ma efficace della seguitissima newsletter di public health
.🤒 Per non farsi mancare proprio nulla, nella serata italiana di martedì è arrivata la notizia della nomina del Dr. Mehmet Oz a capo dell’agenzia che si occupa delle tutele sanitarie federali con i sistemi Medicare e Medicaid: coprono i bisogni di circa 150 milioni di persone. Oz è un famosissimo personaggio televisivo americano, protagonista di una trasmissione scientificheggiante rivolta a un vasto pubblico. Un annetto fa ero sul divano con l’influenza e all’alba una rete italiana trasmetteva una versione doppiata del Dr. Oz Show: mi sono sentita oggetto di una esperienza al limite della circonvenzione di incapace. Magari era la febbre alta, non so.
📺 A questo punto è lecito supporre che Trump nomini come Surgeon General of the United States il dottor Drake Remoray, eminente neurochirurgo.
Poi sulle conseguenze della nomina di RFK Jr. e di Oz torneremo, eccome se torneremo.
Adesso, però, è ora di tornare a casa.
Perché è chiaro che l’orientamento della prossima amministrazione americana avrà un impatto sulla salute globale e quindi anche sulla nostra.
Ma non dimentichiamoci che siamo in Europa e quindi chi Ursula von der Leyen sceglie di nominare come commissario per le politiche UE sulla Salute ci deve interessare allo stesso modo delle scelte di Trump, anche di più.
Premessa: i meccanismi dell’Unione europea sono difficili da spiegare. Questo articolo di Pagella Politica e il podcast Brussél - del quale ho curato la produzione - offrono un chiaro riassunto delle regole del gioco per quanto riguarda la selezione e il funzionamento della Commissione UE, l’organo esecutivo dell’Unione.
Chi è Olivér Várhelyi
Mercoledì 27 novembre l’assemblea plenaria del Parlamento Europeo dovrebbe confermare la nuova Commissione (salvo sorprese).
Il prossimo commissario alle politiche per la Salute e il Benessere animale dovrebbe essere Olivér Várhelyi, politico ungherese vicino a Fidesz e vicinissimo a Victor Orbán, già commissario per l’Allargamento dell’Unione nella commissione uscente von der Leyen I. Wikipedia lo ritrae come preparato ma “incredibilmente maleducato” e del resto è noto ai più per aver chiamato “idioti” gli europarlamentari (salvo poi fare dietrofront).
L’audizione di conferma di Várhelyi per il posto da commissario alla Salute non era per nulla andata via liscia: i rappresentanti del Parlamento europeo hanno tenuto la sua nomina in sospeso chiedendo dei supplementi d’indagine, per così dire. Il mancato via libera immediato è dovuto a riserve su alcuni punti sostanziali - è stata molto discussa la posizione sull’aborto - ma il nome dell’ungherese è ovviamente coinvolto anche negli intrecci politici tra le fazioni in gioco.
Il 27 novembre alla fine dovrebbe venire confermato dal Parlamento Europeo ma vedremo se Várhelyi manterrà tutte le deleghe: è stato chiesto di sottrargli salute riproduttiva, gestione delle crisi sanitarie, salute mentale e resistenza microbiotica. A
, il mio codice preferito per decifrare l’arcicomplessa politica europea, una fonte ha sostanzialmente detto che all’ungherese rimarranno le deleghe ai cani e ai gatti.
Basta, infatti, rileggere la lettera di missione che von der Leyen aveva indirizzato a Várhelyi per farsi un’idea. Ve la lascio qui, non per feticismo nei confronti dei documenti ma perché l’elenco degli obiettivi aiuta a comprendere e gli intenti ma soprattutto i limiti dell’azione europea nel campo della salute.
Vedremo quanti resteranno di competenza del commissario alla Salute (e al Benessere animale 🐾).
Ma, anche se gli rimanessero deleghe di peso, sarà davvero lui a guidare le politiche Ue per la salute?
Formalmente sì ma, come fa notare in questo articolo il sito d’informazione Politico.eu, alcuni atti europei che avranno ricadute sulla salute pubblica non saranno solo di sua responsabilità. Chiaramente la frammentazione dello competenze può essere letta come un fattore di indebolimento oppure di condivisione, fatto sta che la salute resta un affare prevalentemente statale e tradizionalmente considerato secondario a Bruxelles.
Quali sono alcune di queste politiche?
Politico.eu mette al primo posto il futuro del Biotech Act, un provvedimento che dovrebbe semplificare la regolamentazione nel settore delle life sciences.
L’altro atto importante i cui progressi sono da tenere d’occhio è il Critical Medicines Act, che mira evitare nei paesi europei carenze nelle forniture di medicinali considerati essenziali come antibiotici, antidolorifici e altri.
Outro - Titoli di coda italiani
La gestazione per altri (GPA) diventa “reato universale” - le virgolette sono d’obbligo - ma intanto l’antibiotico resistenza causa 12mila morti ogni anno.
Non voglio dilungarmi sulla GPA perché se ne è parlato moltissimo. Per leggere qualcuno che informa in modo appropriato vi ricordo (già lo avevo fatto in una nota) il libro e gli articoli di Eva Benelli, la trovate su
.👩🏻💻 Per iniziare, partite da questo articolo.
L’antibiotico resistenza: una questione noiosa che fa 12mila morti l’anno
Poche impressioni sono nette come lo scarso entusiasmo che suscita sui media italiani e sui social l’antibiotico resistenza in proporzione alla sua effettiva minaccia. Il 18 novembre si è aperta la Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici: in Europa l’Italia resta il primo paese per numero di decessi ogni anno dovuti alle infezioni da germi antibioticorestistenti. Ma compriamo sempre più antibiotici: in un anno il consumo è cresciuto del 6,4%.
📊 Altri dati recenti sono stati raccolti in questo articolo da Quotidiano Sanità.
Questa newsletter è stata scritta ascoltando Fake Empire dei National. Era già nella nostra playlist di Spotify, tranquilli. Anzi, ricordatevi di suggerirmi dei brani da ascoltare mentre scrivo di piaghe dolori e poteri. Vi abbraccio 🫀🧠🫶
Dr Oz? Non posso crederci..