Turchia e Siria, un anno dopo il terremoto
Auveen di Medici del Mondo Turchia racconta la situazione attuale e gli effetti, anche psicologici, del sisma del 6 febbraio 2023 sulle persone 🇹🇷🇸🇾
Le scosse di terremoto che hanno colpito il 6 febbraio 2023 il sud est della Turchia e il nord ovest della Siria hanno causato più di 58mila vittime accertate e oltre 121mila feriti, oltre a milioni di sfollati. Le difficoltà economiche, il limitato accesso alle cure di base, la salute mentale messa a dura prova, e i crescenti rischi di violenza di genere sono tra i principali problemi che le popolazioni stanno ancora affrontando.
Qual è la situazione attuale
A raccontarcelo è Auveen Woods, vice direttrice delle operazioni per Medici del Mondo Turchia.
L’organizzazione medico-umanitaria internazionale Medici del Mondo ha lavorato fin dai primi giorni dell’emergenza sui territori colpiti. Si sono occupati soprattutto di cure primarie, di supporto psicologico e psicosociale e della salute delle donne, in Turchia come in Siria, dove la situazione è resa ancor più complessa dalla viariabile della guerra in corso da anni.
Vi faccio ascoltare i messaggi vocali che Auveen mi ha inviato (sono in inglese, ma ben comprensibili). Nel primo messaggio risponde alla domanda che leggete nel titolo: qual è la situazione sul campo oggi.
Auveen ha, quindi, spiegato nel dettaglio il contesto turco e quello siriano.
In Turchia
Nelle zone colpite (e qui Auveen mi ha poi segnalato un piccolo refuso, che andiamo a chiarire: è nel distretto di Antakya che il 95% delle infrastrutture è stato danneggiato, non nella provincia intera di Hatay) gli ospedali hanno ancora problemi a funzionare per i danni subiti, molti operatori sanitari sono morti nel sisma o sono andati via. Le strade sono ancora da riparare; gli sfollati abitano in container, con i conseguenti problemi di salute e di sicurezza, quest’ultima in particolare per le donne.
La provincia di Hatay non è in fase di recupero ma ancora nel post disastro.
In Siria
Il nord ovest della Siria non solo è stata l'area del paese più colpita dal sisma, ma era già una zona vulnerabile e isolata, come spiega Auveen. Con 13 anni di conflitto sulle spalle, già prima del terremoto le infrastrutture erano indebolite e le persone vivevano in condizioni molto difficili. Adesso, chi dopo il sisma si è ritrovato nei campi di accoglienza deve vedersela con il rischio di diffusione di malattie trasmissibili e altre minacce per la salute.
Per quanto riguarda la salute mentale
Tenendo conto che l'organizzazione per cui lavora Auveen ha offerto anche supporto psicologico alle vittime del disastro, le ho domandato come le persone stessero affrontando psicologicamente l'accaduto.
L'unico cambiamento riscontrato nel corso di un anno è che i bisogno sono passati dalla fase emergenziale a quella successiva. I traumi persistono ovunque; in particolare in Siria, dove il terremoto ha colto una popolazione già traumatizzata.
Ma la salute mentale è ancora un argomento tabù in Turchia e ancor di più in Siria.
Qualche altra storia, in breve 🗞
Un paio di spunti, sui quali magari tornaremo nelle prossime settimane.
🇬🇧 Nel Regno Unito la salute dei bambini sotto i 5 anni sta peggiorando, avverte la BBC.
🇫🇷 Su Le Monde un collettivo ha sollevato la questione se cambiare il termine schizofrenia, perchè considerato stigmatizzante.
🇮🇹 Quotidiano Sanità fa il punto sulla riforma dell’AIFA, il nostro ente regolatorio per i farmaci.
Questa newsletter è stata scritta ascoltando coney island di Taylor Swift + The National. Over and over. Vi abbraccio, che siate Swifties o no. 🫀🧠🫶