Due anni di Stati di salute, oltre venti di disuguaglianze
Intro. Grazie di 🫀 - Vent'anni di salute regionale in Italia - Outro. Molenbeek-Ponticelli
Intro. Grazie di 🫀
Due anni fa lanciavo questa newsletter, poco dopo aver consegnato le bozze del mio libro, Il fronte psichico. Volevo creare un mio spazio nel quale informare su come la politica, l’economia, la cultura influiscano sulla nostra salute.
Infatti, sebbene ovunque si parli molto di salute - fisica e mentale - il tema è quasi sempre inquadrato in modo individualista e spesso se ne perde la dimensione di bene pubblico.
Non avevo idea di come sarebbe andata.

In due anni si sono iscritte oltre tremila persone, alle quali spero di continuare a offrire un appiglio nel caos informativo, risparmiare tempo, raccogliere temi trascurati, trovarne nuovi.
Non potevo neanche immaginare due anni fa l’attacco alla salute pubblica e globale che si sta dispiegando in questi ultimi mesi negli Stati Uniti e che produce effetti ovunque, anche in Europa. Anch’io mi sento sopraffatta dalla valanga di input che si sta abbattendo su di noi.
Ma se anche pochi lettori ne sapranno di più, saranno meno ricattabili dalla confusione e dalla bullocrazia.
Questo è anche il motivo per il quale non metto paywall sui post più recenti: personalmente sono convinta che anche nel campo dell’informazione la moneta cattiva scacci sempre quella buona. Mentre mettiamo sotto chiave informazioni e analisi professionali, chi disinforma se ne va in giro scodinzolando felice.
Quindi un grazie doppio a chi ha deciso di abbonarsi a pagamento a questa newsletter: più ce ne saranno in futuro più potrò dedicarvici tempo.


💌 Per un mese l’abbonamento sarà scontato del 25%. Puoi cliccare qui per sostenere questa newsletter.
Fine del sermone.
🫀🧠🫶
Vent’anni di salute regionale in Italia
Che effetto ha avuto sulla salute delle italiane e degli italiani affidare la sanità pubblica alle Regioni, a partire dai primi anni Duemila?
Ne parla un articolo pubblicato di recente sulla rivista Lancet. Me lo ha segnalato
, che ringrazio moltissimo 🫶.Il titolo è State of health and inequalities among Italian regions from 2000 to 2021: a systematic analysis based on the Global Burden of Disease Study 2021.
Che cos’è il Global Burden of Disease (abbreviato in GBD)?
Si tratta di uno strumento utile per chi studia l’andamento negli anni dello stato di salute di una popolazione, soprattutto quanta salute viene persa dalle persone. È uno studio che raccoglie dati da 204 tra paesi e territori, per fornire una stima dell’andamento anche dei diversi sistemi sanitari con il fine - si spera - di migliorarli e colmare le disparità.
Il progetto del GBD è guidato dall’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington, a Seattle, ma vi partecipano ricercatori da tutto il mondo.
Anche ricercatori italiani, come Giulia Zamagni, prima firma dell’articolo. L’ho cercata per farmi spiegare meglio che cosa ha scritto. Per la prima volta Giulia e i suoi colleghi sono riusciti a presentare al GBD per l’Italia delle stime a livello non solo nazionale ma anche regionale.
Hanno analizzato vent’anni di sanità pubblica, dal 2000 al 2019, e il risultato complessivo è che è peggiorata e le disuguaglianze si sono aggravate.
I fattori individuati già nell’introduzione dell’articolo sono principalmente tre: nel 2001 la riforma costituzionale del Titolo V ha avviato il processo di regionalizzazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale; nemmeno dieci anni dopo alla crisi economica e finanziaria globale abbiamo reagito con misure di austerity; infine, l’invecchiamento della popolazione.
Lo sapevamo già, direte voi, ma sentirselo dire da chi analizza i dati fa un effetto diverso. Nella nostra conversazione Giulia mi ha fatto notare tra tutti gli indicatori utilizzati uno in particolare, il DALY (disability-adjusted life years), l’attesa di vita corretta per disabilità.

Vi faccio ascoltare come me l’ha spiegato Giulia:
“(…) pensare che la salute pubblica non può essere raccontata solo in termini di quanto si muore, ma anche in termini di quanto si sta male”.
Dunque, vi riporto cosa è scritto sull’articolo riguardo le differenze di DALY tra Nord e Sud Italia negli ultimi vent’anni (trad. mia):
“I tassi di DALY sono diminuiti nelle regioni settentrionali, ma sono rimasti stabili o sono leggermente aumentati nelle regioni meridionali e nelle isole. Dal 2010 si nota anche una tendenza all'appiattimento. La riduzione dei carichi di malattia fatali è stata più marcata rispetto ai carichi di malattia non fatali, il che significa che una maggiore aspettativa di vita non si traduce in un invecchiamento sano”.
Nelle conclusioni i ricercatori chiedono strategie per migliorare la salute di tutti e ridurre le differenze regionali, chiedono di dare priorità alla prevenzione, migliorare l’accesso alle cure, promuovere un invecchiamento sano e anche affrontare i determinanti economici e sociali della nostra salute.
Prima di salutarci vi racconto ancora un’altra cosa su come stiamo.
Outro. Molenbeek-Ponticelli
Questo mese in edicola troverete un mio reportage per Il Foglio Review, la rivista mensile del giornale (bella bella, a partire dalle copertine).


Parto da Molenbeek, quartiere di Bruxelles, e finisco a parlare con chi lavora in un ambulatorio di Emergency a Ponticelli, periferia est di Napoli. L’argomento è uno solo: come ci si prende cura delle persone prese nella loro interezza, tenendo insieme la loro salute fisica, mentale e sociale?
Vi lascio qui un estratto, il resto lo troverete sul giornale.
(…) Ci sediamo a parlare al tavolo della sala ricreativa di Ribaucare, addobbata con bandierine colorate e file di luci decorative. In questa stanza al lunedì sera c’è lezione di ginnastica; negli altri giorni ci sono corsi di yoga, di informatica, di cucina, di lingua francese. All’ingresso ho incrociato un papà che spingeva un passeggino e al piano di sopra vengono accolte persone con problemi di dipendenza da stupefacenti, soprattutto crack. Nel centro lavorano 45 persone e ogni anno sono offerti 15mila consulti a persone di ogni strato sociale; il 30% delle richieste per i medici di base arriva da migranti senza documenti regolari e da richiedenti asilo. Dietro un unico ingresso ci sono gli specialisti per medicina generale, pediatria, psicologia, trattamento delle dipendenze, pianificazione familiare ma anche mediatori culturali e mediatori del debito, che aiutano a far fronte alle difficoltà economiche di chi non riesce a pagare l’affitto.
Una domanda, prima dei titoli di coda.
Questa newsletter è stata scritta ascoltando Teardrop nella versione di José González, al quale perdoniamo tutto, pure le leziosità. È la traccia numero 70 della nostra playlist, anche questa compie due anni. Vi abbraccio, 🫀🧠🫶