Pregressi
Epidemie che tornano, nuove soluzioni con vecchi problemi, vecchi problemi ma nessuna nuova soluzione. Marburg, schizofrenia, investimenti e caffè.
In questo numero gli argomenti e le storie che ho scelto di proporvi hanno tutte in comune il fatto di essere delle tappe di una storia in corso da tempo. Un virus letale per il quale servono vaccini il prima possibile, un nuovo farmaco che potrebbe esser però troppo caro, investimenti che non bastano. Non mancano un po’ di altri consigli di lettura, ascolto, apertura mentale. E un buon caffè. ☕️
Uno. C’è un’epidemia di Marburg in Ruanda 🌍
Il 27 settembre scorso il Ministero della Salute del Ruanda ha confermato la presenza di persone sintomatiche positive al test per il Marburg virus. Al 2 ottobre erano stati confermati 36 casi, tra questi i decessi sono stati 11; sono comunque numeri in aggiornamento.
Si tratta di un virus della famiglia del virus Ebola che prende il nome dalla città tedesca di Marburgo perché è dove nel 1967 è stato isolato a seguito di una epidemia scoppiata tra il personale di un laboratorio che aveva lavorato con scimmie importate dall’Uganda. Il principale indiziato, però, per l’origine della trasmissione all’uomo sembra essere un pipistrello della frutta1.
I pazienti ruandesi sono soprattutto appartenenti al personale sanitario dei principali ospedali della capitale. Sono stati tracciati i contatti e diverse persone sono state isolate e trattate.
🧪Ma a che punto siamo con la ricerca di un vaccino? Qualche informazione utile è contenuta in questo articolo di Nature. Riassumo: ci sono diversi candidati, quello a uno stadio più avanzato è il vaccino del Sabin Vaccine Institute di Washington, che in un primo ristretto trial si è dimostrato sicuro e adesso è in esame su un gruppo più ampio di partecipanti.
📱Per restare aggiornati sull’evoleversi dell’epidemia un modo può essere seguire i canali IG del Ministero della Salute del Ruanda e quello dell’Africa CDC, l’ente continentale che si occupa di salute pubblica, oltre chiaramente ai profili dell’OMS/WHO e il sito web della testata ruandese The New Times.
Due. Dopo decenni è stato approvato un nuovo farmaco per la schizofrenia 💊
Il 26 settembre l’ente americano che si occupa dell’approvazione dei farmaci, la Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera a un nuovo farmaco per il trattameno della schizofrenia. Si chiama KarXT e verrà venduto dalla Bristol Myers Squibb con il nome commerciale Cobenfy.
Il problema da risolvere era vecchio di qualche decennio: trovare un farmaco per la schizofrenia che avesse meno effetti collaterali degli antipsicotici utilizzati finora; non che KarXT non ne abbia, ma pare che siano meno pesanti.
Se non sono arrivate grosse innovazioni è in parte anche perchè le case farmaceutiche non considerano il campo degli psicofarmaci il miglior investimento possibile, per diversi motivi. Se volete approfondire, di questo ne ho parlato nel mio libro, al capitolo dedicato ai trattamenti per la salute mentale. 🤓
E del resto la scoperta di KarXT è stata casuale, racconta un articolo del Washington Post: un imprenditore poco più che ventenne con competenze in chimica che rimane affascinato da un vecchio paper su una molecola con proprietà antipsicotiche - la xanomelina - sulla quale la Eli Lilly aveva fatto delle ricerche, ma per l’Alzheimer. L’imprenditore, che si chiama Andrew Miller, ha iniziato a combinare questa molecola con altre fino ad arrivare al KarXT. La sua società, la Karuna Therapeutics, è stata acquisita dalla Bristol Myers Squibb solo dopo che l’FDA ha acconsentito di esaminare la proposta di approvazione avanzata dalla Karuna.
Tutti contenti, allora?
Insomma. Vedremo in America chi davvero si potrà permettere questo trattamento: il prezzo di un anno di Cobenfy va tra i 16mila e i 20mila dollari, secondo quanto riportato da Axios. Sì, esistono le assicurazioni ma vedremo nella pratica cosa accadrà.
Tre. In Italia si sta facendo poco per aumentare i posti letto nelle terapie intensive 🏥
Era il 2020, la pandemia da Covid-19 imperversava e ci eravamo resi conto che bisognava essere più preparati, più attrezzati. Tra le altre cose, ci siamo accorti che nelle terapie intensive e sub intensive degli ospedali italiani servivano più posti letto. Quell’anno un decreto del governo aveva messo per iscritto tale necessità, confluita poi anche nel Pnrr. Quattro anni dopo siamo a meno della metà dell’obiettivo prefissato, al 47% per le terapie intensive e 46% per le sub intensive.
Come sempre, c’entra l’organizzazione a livello regionale della sanità: la differenza più plateale tra territori è quella che corre tra il 100% dell’obiettivo realizzato dall’Abruzzo e lo 0% del vicino Molise.
La scadenza per la realizzazione, fissata a giugno 2026, intanto si avvicina.
✉️ Per seguire gli sviluppi degli obiettivi, anche sanitari, da raggiungere con il Pnrr consiglio la newsletter I soldi dell’Europa, di Pagella politica.
Prima di salutarci.
🔥 Swipe, l’associazione italiana di sex worker che si occupa di combattere lo stigma nei confronti di questa categoria attraverso il mutuo aiuto e l’informazione (non solo per sex worker, anzi), ha pubblicato una guida illustrata per promuovere la sicurezza di chi lavora in questo settore. Iniziativa lodevole, anche dal punto di vista della salute sessuale.
Avevo intervistato due rappresentanti di Swipe in questo episodio del podcast, magari tornerò sull’argomento prossimamente.
🎧 Consiglio di ascolto Ad agosto il podcast settimanale del The Atlantic ha pubblicato una miniserie sul rapporto tra gli americani e gli psicofarmaci. Il primo episodio è sul caso del suboxone, una sostanza che è d’aiuto nel combattere la dipendenza da oppioidi ma viene sottoutilizzata per motivi più culturali che altro.
📚 Restiamo negli Stati Uniti anche per un consiglio di lettura. La scrittrice
ha pubblicato il libro Abortion: Our Bodies, Their Lies, and the Truths We Use to Win, nato dall’esperienza della newsletter Abortion, Every Day, che da due anni documenta ciò che avviene nel paese dopo il rovesciamento della sentenza Roe vs Wade.🔔 Tra un numero e l’altro di Stati di salute, proverò a prendere l’abitudine di scrivere degli aggiornamenti e inviare delle segnalazioni di lettura/ascolto tramite le Note su Substack. Chi ha scaricato l’app le conosce già.
☕️ Caffè. Ho ricominciato a berne relativamente da poco: avevo ecceduto e per tre anni ho deciso di smettere. Insomma, sto cercando solo un modo per dirvi totalmente un’altra cosa, cioè che se volete sostenere Stati di salute ma non ve la sentite di impegnarvi con un abbonamento mensile o annuale potete anche inviare un contributo su Buy Me A Coffee.
🎤 Ultimissima, prima che dimentichi. Se vi interessa il tema della salute mentale, vi lascio qui da cliccare il link al mio TEDx Talk e quello alla lezione al festivalfilosofia.
Basta così: è pur’ assaje, credo.
Questo numero della newsletter è stato scritto ascoltando Demons dei The National. Cerco di dosarli, altrimenti in ogni numero trovereste quasi sempre solo loro. Come sempre in playlist, dove vi ho lasciato anche l’ultima dei Cure. Vi abbraccio forte. 🧠🫀🫶
I quali non sono animali deliziosi e innocui come vorrebbero farci credere gli autori di Bluey.