Rallentare, fermarsi, offrirsi.
L'ultimo numero prima della pausa estiva è sulla capacità di darsi dei limiti, sul riconoscere quando è il momento di mollare. E poi, consigli di lettura per l'estate.📚
Con questo numero vi saluto, e vi auguro un buon mese di agosto. Ci risentiamo a settembre.
🎟 A proposito. Il 14 settembre sarò al Festival della Filosofia per una lezione sulla salute mentale nel discorso pubblico. L’appuntamento è alle 16.30 in piazza Garibaldi a Sassuolo.
Uno, rallentare. Svenimenti programmati
Parto da un aneddoto personale. Spero non sia molesto.
La mia pressione sanguigna è talmente bassa che medici e farmacisti hanno un’espressione interrogativa quando me la misurano. Non svengo mai, ma quando fa molto caldo mi sento sempre sul punto di farlo. Anzi, ogni tanto penso che se svenissi almeno il mio corpo si rilasserebbe. Avrebbe la scusa per rilassarsi. Quest’anno, in piedi in cucina, tra una bustina di magnesio e potassio e l’altra, mi sono detta che l’evoluzione non può portare l’essere umano a sperare di svenire. Ci sarà una migliore strategia di sopravvivenza.
Qui il mio tono è volutamente leggero, ma basta leggere sul sito del progetto Our World in Data quante persone muoiono per le alte temperature per rendersi conto della serietà della minaccia globale rappresentata dal caldo estremo. Qualcosa l’avevo scritto anche qui:
Allora per la prima volta ho giocato d’anticipo con il lavoro, cogliendo uno dei pochi aspetti positivi dell’essere una freelance. Ho cercato in primavera di accumulare quanto più lavoro possibile, per lasciarmi per il mese di luglio solo la routine e due o tre progetti senza scadenze imminenti. Questo mi ha dato modo di poter camminare mezz’ora al mattino prima delle ore di caldo intenso - durante le quali mi sono chiusa in casa, nella penombra1, dichiarandomi prigioniera politica2 - e di riposare poco più di mezz’ora al pomeriggio.
Degli svenimenti programmati, se vogliamo metterla così.
Che cosa mi ha insegnato rallentare per un mese? 🚶🏻♀️
Durante la mia prigionia autoimposta di luglio ho imparato quanta vergogna si possa provare nel sentirsi meno produttivi. E quanto sia incredibilmente stupido ma inevitabile. Scandisco il tempo con le fatture, le bollette e gli scontrini. Perverso, inevitabile anche questo. Ma rallentare mi ha anche permesso di avvertire lo spazio tra i pensieri, per quanto questa possa suonare come un’espressione banale e retorica da self-help. Non ho ricevuto alcuna illuminazione però il mio umore è migliorato, la mia pazienza si è mantenuta a un livello accettabile. Ho anche imparato a fare le mattonelle della nonna con l’uncinetto.
Fine dell’aneddoto personale.
Due, fermarsi al momento opportuno.
Il presidente degli Stati Uniti si è fermato. Come sapete, domenica 21 luglio Joe Biden ha scritto una lettera per annunciare il suo ritiro dalla campagna per le elezioni presidenziali. Se volete leggerla, ve la lascio qui. ✉️
La salute di Biden e del suo avversario, Donald Trump, è stata sottoposta a lungo allo scrutinio della stampa e degli elettori (tanto per fare un esempio, il New York Magazine li ha messi in un fotomontaggio per la copertina della health issue, il numero dedicato alla salute).
Ma che cosa lascia la presidenza Biden in materia di salute?
Non sono un’esperta di sistema sanitario e di politiche per la salute negli Stati Uniti, ma mettiamo in fila un paio di fatti interessanti.
💊 L’amministrazione Biden nel 2022 ha approvato l’Inflaction Reduction Act (IRA), grazie al quale ha previsto la possibilità da parte del governo di contrattare il prezzo di alcuni farmaci per le persone che usufriscono del Medicare, assicurazione sanitaria federale per chi ha più di 65 anni. Una decisione per certi versi storica, che Biden ha rivendicato al primo punto della lettera del ritiro dalla candidatura, che però - come segnala The Atlantic - potrebbe non sortire grandi effetti sul voto di novembre.
🧑🎓 A pensarci bene, il piano di cancellazione parziale o totale del debito studentesco annunciato ad aprile potrebbe avere un effetto non secondario sulla salute, soprattutto mentale, dei beneficiari. Sempre se dovesse andare definitivamente in porto.
🪖 Sempre nella lettera del 21 luglio Biden ha rivendicato il merito di aver esteso la copertura sanitaria per i veterani che sono stati esposti a tossine e altri materiali nocivi per la salute, in patria come all’estero. Non un problema secondario, per una nazione che è stata attivamente coinvolta in due conflitti negli ultimi 20 anni.
Fin qui piuttosto bene, perlomeno in teoria. Tutto, però, rimane offuscato dal fatto che ha segnato gli ultimi due anni di notizie sulla salute pubblica in arrivo dagli Stati Uniti: il rovesciamento della sentenza Roe vs Wade sul diritto all’aborto e le sue continue ricadute sanitarie e politiche, di fronte alle quali l’amministrazione Biden non ha avuto grande margine di manovra.
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.Infine c’è da considerare sempre un problema endemico, la violenza con utilizzo delle armi da fuoco, che ha continuato in questi anni a dispiegare il suo impatto negativo sulla salute pubblica.
Riassumendo.
La testata Axios ha analizzato l’eredità della presidenza Biden in materia di salute, ma anche come potrebbe essere la nuova agenda democratica su questi temi con l’avvento di Kamala Harris.
E i repubblicani?
Le posizioni del vice di Trump, J.D. Vance, sulla salute sono state sintetizzate dal sito di informazione politica The Hill: ecco il link. Qualche conferma, la posizione sull’aborto, e qualcosa che può sorprendere ma non troppo, come l’apertura sulla contrattazione dei prezzi dei farmaci per i beneficiari di Medicare.
Tre, offrirsi ai posteri. 🧠
Girovagando tra le sezioni dei giornali americani dedicate alla salute, mi sono imbattuta in un articolo del New York Times sulle donazioni di cervello. Mi trattengo dal fare battute, nonostante la mia ironia da quarta elementare: la questione è di quelle che meritano attenzione, da un punto di vista scientifico, etico ed umano. Sembra che sebbene le donazioni di organi non siano più un tabù, donare alla ricerca il cervello è ancora un tema molto difficile da affrontare. Vi lascio alla lettura dell’articolo, che porta a non poche riflessioni.
Vi vorrei fare qualche domanda su questa newsletter, in vista di alcuni cambiamenti sui quali sto riflettendo.
Infine, almeno tre letture per l’estate 📚
📖 Allucinazioni, di Oliver Sacks
📖 Inferno americano, di Lawrence Wright
📖 Hunger Strike, di Alberto Nettuno
Questo numero di Stati di salute è stato scritto ascoltando Je te laisserai des mots di Patrick Watson. L’ho messa nella nostra playlist su Spotify. Statemi bene. 🫀🧠🫶
Nella penombra: interessante, mi fa venire in mente una cosa. Ho scoperto che l’ennesimo trend del settore dei viaggi orientati al benessere (nell’accezione degli uffici marketing, è evidente) è quello della dark therapy, dei ritiri wellness nelle caverne 🦇.
Certo, la crisi climatica è un problema politico. E io mi sono dichiarata prigioniera politica. Non fa una piega.